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sabato 21 aprile 2012

La casa di via Emiliano della Motta.

Sicuramente è già nella luce.
Il papà di una mia cara amica se ne è andato in punta di piedi, come ha sempre vissuto.
Nella vita credo, anzi sono convinta che tutto accada non per pura casualità e , non è stato un caso che ricevessi io questa notizia piuttosto che mia madre. Quando ho posato il ricevitore, ho rivissuto tutti i momenti belli che condiviso con la famiglia di Lina, la mia amica.
Abbiamo fatto la comunione insieme in una domenica di maggio, piovosa e fredda. Giuseppe, che tutti chiamavamo Peppe è sempre stato un gran lavoratore, ma era anche un uomo di compagnia, un tipo che si divertiva e che faceva divertire gli altri. Ho condiviso tanti momenti della mia adolescenza in casa loro, in via Emiliano della Motta, in quelle case di ringhiera, tipiche di una volta. Abbiamo fatto tanti viaggi insieme, sui quei treni che partivano da Porta Nuova a Torino, per arrivare in Sicilia, a Milena, il paese di madre e di Giuseppe.
Poi Lina, nel 1987 si è sposata, ed è andata ad abitare in Sicilia, ma i suoi genitori sono rimasti qui, in quella casa in via Emiliano della Motta. Diventate grandi e, sopratutto abitando così lontane ci siamo perse in po' di vista, ma il legame comunque è rimasto. Abbiamo visto crescere i nostri figli e ogni qualvolta  Lina veniva a Vercelli, ci si incontrava. Poi il suo papà, Peppe, si è ammalato. Quelle malattie subdole, che in pochi anni lo hanno trasformato in un vegetale, di qui la decisione due anni fa , di lasciare la casa, di via Emiliano della Motta e andare in Sicilia, vicino a quell'unica figlia, Lina .
Quella è stata l'ultima volta che ho visto Peppe e al solo pensiero mi si stringe il cuore, seduto sulla sedia a rotelle, in quella casa, ormai spoglia, con tutti i mobili e le suppellettili  imballati, mi sorrideva senza dire una parola, mentre io mi rivedevo, bambina prima, adolescente poi, in quella stessa cucina dove Norina, la moglie, ci preparava la colazione, quando mi fermavo da loro a dormire.
Ho abbracciato Lina , stringedola forte, anche se io non sono una che esterna molto i sentimenti.
Ci siamo ripromesse che un giorno ci saremmo riviste e so che sarà così. Il suo papà non lo rivedrò più, questo è certo, ma mi piace pensare  a tutte le belle sensazioni che mi ha fatto provare e ricordare la sua semplicità nell'affrontare la vita. In fondo la persona che sono diventata oggi è merito di tutte le esperienze che ho vissuto in passato e, in quella casa di via Emiliano della Motta, io di belle esperienze ne ho fatte.
Grazie !

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